Il termine “Trigger Point” fu introdotto nel 1952 dalla dottoressa Janet Travell benche’ il concetto fosse noto da molto tempo.
Il trigger point consiste in una porzione di muscolo o fascia indurita per cause varie e anche molto diverse tra loro. Il trigger, ad una palpazione, risulta dolente evocando dolore e rispondenze anche in zone distanti dal punto principale. Normalmente un muscolo dovrebbe essere sciolto ed elastico, ma può capitare che si formino delle contratture che rimangono costanti nel tempo creando una condizione di accorciamento del muscolo stesso. Posture scorrette, contratture muscolari date da sforzi di una certa portata, o per non aver concesso al corpo il giusto riposo e scarico muscolare, sono tutte situazioni che possono concorrere alla contrattura muscolare o fasciale con le conseguenze dolorose che il trigger point comporta. Ma non è tutto. Anche carichi di stress psicofisico ed emotivo possono concorrere alla formazione dei trigger, così come un irrigidimento muscolare a causa del freddo intenso, un deficit alimentare o distorsioni alle articolazioni come caviglie e ginocchia. Tutti questi elementi così molto diversi tra loro, possono causare per reazione un irrigidimento di alcune fasce muscolari causando la comparizione dei trigger, anche a distanza di molto tempo nel caso di un trauma.

Immagine acquisita dal web

A livello cellulare accade che essendo le cellule muscolari longitudinali, le contrazioni di tali cellule avvengono grazie a unità chiamate sarcomeri, le quali si contraggono e si rilasciano agendo come microscopiche pompe e facendo circolare il sangue ossigenato e il nutrimento nel tessuto muscolare. Questo effetto si interrompe o si riduce a causa di una prolungata contrazione creando così una mancanza di ossigeno e un conseguente accumulo di residui metabolici. Il sarcomero diviene incapace di rilasciare la contrazione ed assume uno stato di rigidità permanente. Più sarcomeri che si trovano in questo stato originano il trigger point. In tale condizione i sarcomeri coinvolti sono incapaci di rilassamento spontaneo e pertanto diviene necessario un intervento di tipo meccanico per interrompere l’intensa contrazione e il rilasciamento della fascia.

I trigger point si possono creare in tutto il corpo, anche se ci sono delle zone come il quadricipite e bicipite femorale che sono molto meno soggetti a questo tipo di contratture muscolari. L’intervento per la loro risoluzione è soprattutto meccanico. Attraverso una digitopressione continua nei punti interessati, la muscolatura si rilascerà immediatamente, portando subito benefici concreti e riscontrabili. Ovviamente, come per ogni argomento che riguarda la Posturologia, il discorso sui trigger è molto più ampio, ma quanto sopra può cominciare a dare un’informazione più precisa su diversi indolenzimenti o dolori in cui spesso le persone incorrono per le svariate cause sopracitate.

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